LA MANIFESTAZIONE PRANICA
La manifestazione pranica è parte della molteplicità energetica che caratterizza la trasmissione del prana attraverso il corpo umano.
Per capire da dove si genera tale energia bisogna risalire alla nozione di infinito metafisico in correlazione alla “possibilità universale”.
L’INFINITO E IL SUO SIGNIFICATO
“Infinito”, etimologicamente parlando, significa ciò che non ha limiti e per riuscire a comprendere pienamente la manifestazione pranica, bisogna analizzarlo in tutto ciò che non ha assolutamente limite, sottraendolo a qualsiasi particolarità che lo riporta ad un contesto limitante.
Logicamente, la qualificazione determinativa del termine “infinito” implica già una contraddizione e allora, i filosofi, ci sono venuti in aiuto dandogli il nome di infinito metafisico per distinguerlo dall’infinito matematico poiché, l’ordine metafisico è illimitato e privo di ogni determinazione.
In realtà, qualsiasi aggettivo o sostantivo si volesse usare, comporterebbe un’impossibilità nel descriverlo poiché tutto e riconducibile al finito, esattamente come la nostra individualità.
L’unico modo per compredere l’essenza dell’infinito, impossibile da descrivere a parole, è quello di vivere un’esperienza trascendente, attraverso stati di coscienza alterati, per mezzo della meditazione.
LA FORMAZIONE DEL PRANA DA INDEFINITO A FINITO
La formazione dell’energia dall’indefinito al finito e quindi la manifestazione pranica, è possibile a condizione che il prana finito contenga in potenza quello indefinito, a cui si attinge attraverso un collegamento mentale tra l’operatore e il serbatoio energetico che chiameremo “Universo” per semplicità concettuale.
Inoltre, se l’operatore con i suoi mezzi di misura limitanti dovuti alla sua personalità umana, perdesse di vista i limiti energetici, essi non verrebbero annullati poiché la natura stessa della relazione causale, ha già innescato il procedimento di trasferimento pranico dall’universale (infinito) all’individuale (finito).
Essendo “esseri finiti” la nostra energia viene prodotta dalla coesistenza di certi ordini di possibilità e quindi dalla loro natura.
Se così non fosse, questa coesistenza dell’energia pranica, e quindi di un’infinità di altre possibilità energetiche, non potrebbe manifestarsi nel mondo reale, poiché non ancora suscettibile di sviluppo indefinito, rimandendo “in potenza” nel “nulla cosmico”.
IL PRANA
La manifestazione pranica, per essere tale, non ammette alcuna restrizione, dev’essere incondizionata e indeterminata poiché ogni possibile determinazione è un limite che lascia qualcosa fuori di sé.
Imporre questo limite significa negare e ciò che non ha limiti non ha niente che possa essere negato: il prana contiene ogni cosa e nulla esiste al di fuori di esso.
L’energia non fa differenza: essa è in ogni cosa, senza inizio ne fine e si sviluppa attraverso il mezzo limitante che noi chiamiamo corpo umano, con l’aiuto della mente che è l’infinito, limitato dalla nostra condizione.
L’ENERGIA UNIVERSALE
Abbiamo appena detto che la manifestazione pranica è illimitata ed è l’unica forma nella quale può esistere: non è possibile concepirla in altro modo poiché significherebbe non concepirla del tutto.
Purtroppo per studiare la pranoterapia dobbiamo avvalerci di “sistemi” che, come tali, si esprimono per mezzo di concezioni limitate dal linguaggio umano ma che sono l’unico criterio per attribuire alle spiegazioni una validità concettuale relativa.
La cosa importante è quella di far capire all’allievo, mentre intraprende lo studio della Pranoterapia MCC, di non acquisire gli insegnamenti per verità assolute o per l’espressione della realtà totale.
La realtà è relativa e, ognuno di noi, la decodifica in maniera similare ma in modalità differente.
MANIFESTARE L’ENERGIA
Ciascheduno troverà il proprio modo di sviluppare la manifestazione pranica, partendo da regole comuni, che si potenzieranno individualmente a seconda del soggetto che le utilizzerà.
Non potrà mai esistere un pranoterapeuta identico ad un altro come non potrà mai esistere un musicista identico ad un altro per quanto suonassero la stessa composizione e utilizzassero lo stesso strumento.
Coltivare le proprie potenzialità energetiche, imparando ad utilizzarle in modo personale, conduce ad una trasformazione alchemica che differenzia un operatore mediocre da un professionista preparato ed efficace.
ESSERE / NON-ESSERE
Ora che abbiamo descritto la formazione dell’energia da indefinita a definita e la manifestazione pranica che ne consegue, possiamo determinare il prana come principio dell’espressione, comprendente l’insieme di tutte le possibilità energetiche in potenza e pronte a manifestarsi, in questo caso, dal momento in cui pratichiamo un trattamento specifico.
L’unica limitazione che potrebbe porsi è quella dovuta al nostro corpo: l’essere umano non è infinito nella sua struttura fisica e, nonostante possa attingere ad un serbatoio energetico illimitato, può esprimere esclusivamente un determinato tipo di energia presente nell’istante della trasmissione e quindi nel presente (qui e ora).
Al di fuori di esso vi è ciò che non è espresso nel presente, cioè tutto quello che appartiene alle possibilità di non-manifestazione oltre che alle possibilità di manifestazione allo stato esteriorizzato.
In questo caso il pranoterapeuta vi si trova incluso poiché non appartiene al fenomeno energetico in quanto ne è il principio ed è perciò non-manifestato.
Per designare quindi ciò che energeticamente è fuori dalla manifestazione, useremo il termine di “non-essere”, espressione utilizzata dalle filosofie orientali e assimilabile al “nulla” (in realtà, “non-essere” e “nulla” hanno alcune differenze, ma questa non è la sede adatta per discuterne), parola giustificata dalla necessità di trovare un’espressione che ci permetta di parlarne.
LE IDEE UNIVERSALI
Ricordo sempre ai miei lettori che, le idee universali, sono indeterminate e possono esprimersi, nella misura della loro “esprimibilità”, (anche se poco attinente al mio articolo, consiglio di leggere le ricerche di John Rogers Searle sulla filosofia del linguaggio e la filosofia della mente) esclusivamente attraverso termini di forma negativa.
Si potrebbe asserire che il Non-Essere è più dell’Essere, intendendo con questa affermazione che ciò che lo comprende è al di là dell’estensione dell’Essere Stesso.
La possibilità universale e la manifestazione pranica corrispondente, contiene la totalità delle possibilità energetiche laddove L’Essere e il Non-Essere sono due aspetti della stessa medaglia (ricordiamo il siclo d’oro del Bagatto nelle lame di Wirth) e rappresentano le idee universali sclerotizzate nella forma, rese tangibili dal pranoterapeuta che ha saputo equilibrare tali energie per renderle fruibili.
GLI STATI MOLTEPLICI DELL’ENERGIA PRANICA
Se si considera la manifestazione pranica nella sua totalità, essa dovrà comportare stati di manifestazione e di non-manifestazione poiché, in caso contrario, si otterrebbe una forza incompleta che non potrebbe costituire la totalità energetica.
Questa non-manifestazione è caratterizza da molteplici condizioni di energia fluttuante, posti su piani energetici differenti (leggere il mio articolo in proposito) che, intersecandosi e scambiandosi informazioni, creano una corrente magnetica utilizzabile da un pranoterapeuta esperto.
L’espressione di tali condizioni è contraddistinta dall’alternarsi delle forze, attraverso oscillazioni (vibrazioni primeve) che muovendosi ad altissima velocità, creano il suono primordiale (AUM).
CONCLUSIONI
L’argomento “la manifestazione pranica” ivi trattato non può terminare con questo breve articolo: esso abbisogna di complessi approfondimenti e di spiegazioni molto dettagliate in separata sede.
Il mio obiettivo è quello di farvi comprendere il multiforme mondo della pranoterapia: mondo estremamente vasto laddove, l’approccio a tale disciplina, dev’essere intrapreso con umiltà, curiosità e volontà.
Il resto si ottiene esclusivamente con lo studio e la pratica sul campo.
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