I TANTRA
I Tantra sono un raggruppamento di testi anonimi, estranei alla tradizione vedica ortodossa, su cui si fonda il tantrismo, vasto e complesso movimento religioso indiano.
Essi non appartengono a un’unica scuola e non rappresentano una sola dottrina di pensiero poiché culti opposti, in taluni casi in competizione, celebrano i loro tantra.
In questa moltitudine di principi, appartenenti a diverse filosofie come il culto scivaita, il visnuita e il buddhistico, esiste un denominatore comune: offrire agli uomini un mezzo per ottenere la perfezione, in altre parole la liberazione dai mali dall’esistenza fenomenica legata alla trasmigrazione.
I TANTRA DI SIVA
Siva è tra le divinità più importanti dell’India, da cui derivano i Tantra che prenderemo in esame in questo testo.
Essi si possono suddividere in due categorie, una di carattere ritualistico e l’altra di carattere esoterico: noi ci soffermeremo sulla descrizione degli agama, divisi a loro volta in quattro parti dette pada, dedicate alla conoscenza (vidya), allo yoga, ai riti (kriya) e alle regole disciplinari (carya).
Gli agama, un tempo diffusi anche nell’india settentrionale, si sono conservati soltanto nell’india del sud, dove formano la base di complicati rituali eseguiti nei templi scivaiti.
Queste procedure si basano sulle tre operazioni di emissione, durazione e riassorbimento, di cui Siva è l’unico responsabile, concernenti le anime individuali e che accompagnano alle sei qualità: onniscienza, soddisfazione, conoscenza senza principio, libertà, potere senza ostacoli e potenza infinita.
Questi testi sacri sono promanati dai cinque volti di Siva: Sadyojata, Vamadeva, Aghora, Tatpurusa e Isana.
Il fine supremo delle anime è la liberazione dalla trasmigrazione, attraverso formule rituali (mantra) utili alla meditazione e alla consacrazione (diksa), la quale si basa sulla purificazione.
L’insegnamento degli agama non è rivolto a una casta particolare ma a tutti poiché Siva è un essere supremamente libero che non tiene conto di nessuna divisione.
L’IDEALISMO INDIANO E LE SUE SCUOLE
Le scuole dell’idealismo indiano che studiano i tantra, si possono dividere in due gruppi, induistiche e buddhistiche.
Le radici delle prime vanno ricercate nelle pagine delle Upanisad, attraverso intuizioni che descrivono lo spostamento dal mondo esteriore verso l’uomo, dalla storia umana verso il sé, il brahman, forza misteriosa che scaturisce nel cuore, trasformando la realtà di chi la sperimenta.
Le radici delle seconde vanno ricercate nell’atteggiamento d’insostanzialità di tutto ciò che ci circonda poiché quel che vediamo non esiste, se non come costruzione mentale e quindi come coscienza.
Per le due scuole, il mondo esteriore, è un mistero inesplicabile fonte di grande sofferenza che, davanti agli occhi del santo (il risvegliato), si dissolve.
L’espressione che accomuna le due dottrine è l’idealismo buddhico, il “soltanto coscienza”: tutto quello che vediamo, non è altro che coscienza e gli oggetti sono apparenze.
LA COSCIENZA PER LE DUE SCUOLE
Se la coscienza si sviluppa senza realtà oggettiva, come si possono spiegare le determinazioni di spazio e di tempo?
Questa domanda sorge spontanea dopo quello che è stato scritto in precedenza e, i tantra, ci forniscono questa interessante risposta:
le determinazioni di spazio e di tempo si giustificano come nel sogno tuttavia, questa “magia” a un certo punto scompare, per lasciare il posto a una coscienza immacolata priva delle distinzioni di “percettore”, “percezione” e “percepibile”.
Tal esperienza è propria del Buddha e dei “risvegliati”, realtà stessa di là da ogni immagine della coscienza: “Le cose” sono senza dubbio prive di sé, intendendo il “sé” come la natura propria che viene attribuita a chi non è idoneo a comprendere, differente dal “sé” come ineffabile entità, dominio dei “risvegliati” in grado di capire.
Secondo la logica buddhistica, la visione di ciò che è reale si ha nel momento della percezione diretta, prima dell’intervento del pensiero discorsivo: la cosa così com’è appare in questo istante e, il momento successivo, è una rappresentazione discorsiva e quindi una sua falsificazione.
Crediamo di vedere la cosa nella sua interezza senza renderci conto di osservare l’aspetto che nel momento più c’interessa, vincolato dai nostri affetti e dal desiderare.
REALTA E PENSIERO
I tantra spiegano che la realtà assoluta trascende ogni immagine che ce ne possiamo fare e può essere oggetto di esperienza da parte dei “santi” eppure, il pensiero, è l’unico strumento che abbiamo per accompagnarci, attraverso la verità relativa, al raggiungimento della verità assoluta.
Il nostro conoscere discorsivo non è sempre negativo e la sua utilità sta nel farne uno strumento per distruggerlo. Rinunciare a esso, stigmatizzandolo, è come rassegnarsi a un destino di sofferenza, imprigionati nella ruota delle nascite e delle morti eterne, senza possibilità di salvezza.
LO YOGA
Lo Yoga, termine di difficile traduzione, indica ogni sforzo, ogni tensione e ogni disciplina avente come fine il superamento della nostra condizione, ricongiungendosi con la meta desiderata attraverso l’assorbimento in essa.
Come il pensiero e il linguaggio, esso è un mezzo relativo e irreale eppure, se usato correttamente, diviene strumento di realtà, di uno stato in cui non c’è più bisogno di parole o di segni, paradossalmente raggiungibile per mezzo di parole e di segni.
I tantra ispirati a queste concezioni idealistiche sono moltissimi, essendo spunto per nuovi problemi e originali idee risolutive.
Tutti i riti e le pratiche Yoga sono insostanziali, forme di pensiero puramente strumentali e provvisorie tuttavia utilissime per entrare in contatto con la dimensione che ci permette l’esperienza trascendente, efficaci ad accompagnarci alla liberazione.
CONCLUSIONI
I Tantra, a qualsiasi genere appartengano, sono anonimi, cioè rivelati direttamente dalla divinità. Una poderosa opera esegetica è stata compiuta da numerosi maestri che non disprezzavano il fatto di condensare i vari insegnamenti, riassumendo quello che, secondo loro, era il significato delle scritture.
Probabilmente, tra i più antichi e importanti ermeneuti, possiamo citare Brhaspati e Sadyojyotih che hanno ordinato le dottrine degli agama in un sistema coerente e omogeneo.
Prima di concludere vorrei far presente ai lettori che, I Tantra, non sono le uniche opere avute per rivelazione: esistono due testi scivaiti di grande importanza, presentati come raccolte di aforismi o Sutra.
La prima opera “Pasupatasutra” è il componimento più antico a noi pervenuto di una scuola religiosa scivaita e dettato da Lakulisa.
La scuola si estinse parecchi secoli fa e, il suo culto, era Siva nel suo aspetto di Pasupati (Signore degli Animali), identificato con le anime imprigionate nei legami della trasmigrazione.
La seconda opera “Sivasutra” è ancor più antica e, secondo la tradizione, è stata trovata incisa su una roccia.
L’asceta Vasugupta, trascrisse questi aforismi, concisi ed enigmatici che accennano ai momenti essenziali della meditazione scivaita, imparati a memoria dal discepolo e spiegati oralmente dal maestro.
Eccone due:
“Il tremendo è sforzo”.
“Gli stadi della meditazione yogica sono stupore”.
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