IL VELO E LA KABALLAH

Pubblicato da Damiano Checchin il

il velo e la kaballah

Il velo e la kaballah è il prosieguo dell’articolo pubblicato recentemente “comprendere la kaballah” nel blog “Pranoterapia MCC”.

Esiste un velo che divide la realtà in due regni distinti: nel il primo regno vi è incluso il nostro mondo fisico che rappresenta una parte infinitesimale dell’intera creazione (uno per cento) mentre il secondo regno comprende la maggioranza della realtà (novantanove per cento).

Il primo è percepibile dai nostri cinque sensi mentre il secondo, per essere afferrato, necessita di ulteriori canali di decodifica.

LA SINDROME DELL’IMPROVVISAZIONE

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La sindrome dell’improvvisazione, dovuta alla convinzione che tutto sia un “accadimento improvviso” (improvvisamente ha avuto un infarto, improvvisamente ho perso i soldi, improvvisamente sono stato lasciato eccetera), per la kaballah non ha nessun fondamento.

All’origine di ogni evento “improvviso” c’è sempre una causa nascosta: penso che a nessuno sia mai capitato di svegliarsi una mattina e di trovare un baobab nel giardino. È stato necessario piantare un seme in passato che, nel tempo, ha creato l’albero.

Secondo la kaballah, quando si presenta un problema grave che interrompe il flusso della felicità, non si tratta di un evento caotico ma di una causa profonda. In passato dev’essere stato piantato un seme che ha portato allo sviluppo del problema manifestatosi poiché non esistono coincidenze, errori improvvisi o circostanze accidentali.

Il nostro problema è quello di non essere in grado di vedere attraverso le illusioni vissute nel regno di quell’uno per cento, senza coglierne il disegno sotteso.

Osservando i temporali, nella loro manifestazione improvvisa, ci eravamo convinti che, le condizioni atmosferiche, fossero una caotica serie di eventi. Effettivamente si scoprì che, nel caos, era attivo un misterioso ordine: l’effetto farfalla.

L’EFFETTO FARFALLA

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Per quanto possa sembrare inverosimile, una lievissima turbolenza causata dal battito d’ali di una farfalla in Italia, può amplificarsi fino a originare un tornado in Cina.

A un livello di dimensione profonda tutte le cose sono connesse e, la kaballah, ha scoperto tali manifestazioni molti secoli fa.

Per quanto la vita possa sembrare caotica, in essa si manifesta un ordine intrinseco: il problema è originato da un velo che limita la nostra capacità d’individuare “le farfalle” pronte a trasportare correnti di caos nell’esistenza.

Ci limitiamo a osservare gli effetti senza considerarne le cause e così, ci ritroviamo a contatto con una microscopica porzione di verità attuando degli sforzi ciclopici per appagare i desideri più intensi.

Ci sentiamo insignificanti, senza difese e alla ricerca di un cambiamento positivo che tarda ad arrivare.

IL REGNO INVISIBILE

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La realtà più importante è quel novantanove per cento che non percepiamo eppure è la dimensione che ci serve per manifestare i nostri desideri.

Ogni forma di conoscenza e di saggezza dimora in questo regno invisibile, Il Dominio della Luce, tanto caro ai cabalisti.

Quando proviamo gioia significa che siamo entrati in contatto con questo regno luminoso attraverso una qualche azione attuata in quella dimensione dell’uno per cento.

Tutte le informazioni, le invenzioni e le idee che hanno rivoluzionato e che rivoluzioneranno il mondo esistono già “in potenza” nella parte nascosta della creazione.

I grandi geni della storia hanno portato nella nostra vita invenzioni che esistevano già in altri piani di coscienza. Il loro merito è stato quello di connettersi con tali dimensioni, preparando la loro mente attraverso lo studio, l’osservazione, l’attenzione e l’intuito per trasferirle nel mondo in cui abitiamo.

Mendeleev ebbe la visione della tavola periodica in sogno mentre Banting, sempre in sogno, vide l’estrazione dell’insulina da un pancreas non umano.

Howe sognò di essere inseguito dai cannibali armati di lunghe lance: agitando queste lance, si accorse che in ognuna di esse c’era un “fiorellino”. Egli inventò la prima macchina da cucire automatica, presagendo che la cruna doveva esser posta sull’estremità inferiore dell’ago e non in cima.

Niels Bohr sognò di essere seduto sopra il sole mentre gli altri pianeti gli giravano intorno appesi a sottili cordicelle: egli intuì il primo modello atomico.

IL MOMENTO DELLA CONNESSIONE

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Questa connessione con il mondo dell’inconoscibile è stata definita, dalle più grandi menti della storia, in modi differenti:

Platone la chiamava “divina follia”, Mozart la definiva “una forza violenta”, Husserl parlava di “intuizione pura”, noi comuni mortali la chiamiamo “fiuto” o “sesto senso”.

Ricordiamo quindi che, l’area dell’uno per cento è il mondo governato dai cinque sensi ove vi domina il caos che ci fa reagire agli eventi esterni.

Avremo così un appagamento temporaneo e, i conseguenti effetti, ci preoccuperanno.

Diventiamo vittime che apparentemente stanno soffrendo per le azioni di altre persone e di circostanze esterne a noi.

Chi vive in questa dimensione soffrirà poiché la realtà presentataci sarà “oscura” e “disordinata”.

Il reame del novantanove per cento, al di là della percezione umana, è governata da un ordine assoluto e dalla perfezione della Luce Spirituale.

È un regno fatto di azione e non di reazione agli eventi esterni, la sorgente è l’origine nascosta del mondo fisico.

In siffatta dimensione la gratificazione è totale, la conoscenza infinita e la gioia eterna.

In questo luogo possiamo indurre cambiamenti positivi e permanenti pronti a manifestarsi nella realtà fisica.

Tale connessione ci porta a essere appagati, la nostra energia pranica scorre copiosa e la vita raccoglie continui successi e immense soddisfazioni.

Esistono quindi due estensioni vibrazionali fondamentali: il nostro mondo (uno per cento) fatto di oscurità e il Regno della Luce (novantanove per cento).

LA NOSTRA OMBRA

L’ombra che proiettiamo sul marciapiede offre una visione limitata del nostro vero ”sé”.

Non descrive di certo la nostra pelle, i capelli, le ossa, il sangue e nemmeno i sentimenti che ci definiscono: è un semplice riflesso bidimensionale di una realtà tridimensionale.

L’ombra corrisponde al mondo dell’uno per cento mentre, il novantanove per cento è il vostro corpo, cioè il vero sé.

Sareste in grado di muovere il braccio di qualcuno toccando la sua ombra nel muro? Ovviamente no, dovrete toccarne la fonte, il vero braccio (il novantanove per cento).

Per ottenere dei cambiamenti vi dovete spostare in una dimensione più alta, la dimensione della Luce.

CHE COSA DESIDERA REALMENTE DALLA VITA UN ESSERE UMANO?

Munitevi di carta e penna rispondendo a questa domanda, scrivendo almeno cinque risposte.

Le risposte più frequenti sono queste:

  • sicurezza economica
  • felicità
  • salute
  • appagamento personale
  • amore
  • libertà
  • saggezza

Indipendentemente dalle risposte che darete, potrete accorgervi che nessuno degli elementi descritti può essere misurato. Non potrete localizzarli su una mappa o raggiungerli fisicamente.

CONCLUSIONI

Nessuna delle cose che la maggior parte di noi desidera ottenere dalla vita è di natura fisica e nessun elemento della lista si può ritrovare nel regno materiale (uno per cento): neppure la sicurezza economica che è uno stato d’animo.

Tutto ciò che desideriamo con il cuore è di natura eterea e si ritrova nel piano metafisico (novantanove per cento).

Ciò a cui aspiriamo veramente è la Luce Spirituale e noi, per trovare la felicità rincorriamo i beni materiali credendo sia la strada per il paradiso.

Se, come afferma la kaballah ricerchiamo l’energia spirituale come nostra priorità, tutto il resto si manifesterà nel tangibile, compreso il denaro che ci servirà per appagare i bisogni della materialità.

Tuttavia, la differenza sarà evidente: non saremo mai posseduti dai “soldi” poiché si trasformeranno in un mezzo per poter esprimere al meglio la dimensione fisica alla quale apparteniamo.


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