I PIANI ENERGETICI
Nel seguente articolo parleremo dei piani energetici che compongono il nostro Universo e della loro relazione con la radiazione pranica.
IL PIANO FISICO
Le frequenze che compongono il piano fisico dell’individuo possono inquadrarsi in sensazioni, emozioni, desideri e incarnazione.
Parliamo dello stadio dove il prana si distribuisce per mezzo delle mani dell’operatore e, pertanto, il lavoro che dovrà essere svolto su questo livello, comporterà la cura della nostra macchina biologica, per renderla perfettamente efficiente.
Sarà molto importante alimentarsi in modo corretto, senza eccessi, camminare spesso, rimanere in contatto con la natura, avere un atteggiamento positivo attraverso pensieri armonici e produttivi.
Il collegamento ai piani superiori è determinato dall’astrale laddove, esercizi specifici di uscita dal corpo, rafforzeranno il campo eterico dell’operatore per poter fruire efficaciemente dell’energia pranica.
LA TRIALITA’
I piani energetici, nella prima forma vibratoria, si dividono in:
Materia
Energia
Mente Universale
composte a loro volta dal piano astrale e dal piano fisico che contengono le sensazioni, le emozioni e i desideri veicolati dalla reincarnazione della nostra anima tramite corpo fisico.
IL PIANO MENTALE
Rammentiamo che tutto è energia e noi siamo vibrazioni dell’assoluto.
Il collegamento tra l’astrale e il mentale avviene per mezzo della mente intellettiva e della mente istintiva.
Il pranoterapeuta dovrà allenare, per mezzo dello studio assiduo e mediante gli esercizi di M.I.A., allo stesso modo, intuito e intelletto.
Ricordiamo che il piano mentale ha l’importantissima funzione di collegarsi alla mente cosmica, il livello più basso della Trinità.
LA TRINITA’
I piani energetici, nella seconda forma vibratoria, si dividono in:
Mente Cosmica
Akasha
Spirito Logoico
composti a loro volta dal Logos, dal Piano Akasico e dal Piano Mentale (che è il trait d’union tra la Mente Cosmica con la Mente Universale) e che contengono la Mente Supernormale e la Coscienza Individule.
Essere consapevoli significa rendersi conto della realtà oggettiva che ci circonda, monitorando i propri contenuti mentali (pensieri) e rimanendo nell’istante presente. (Consapevolezza di Sé).
Ma come posso arrivare ad una presa di coscienza di tale portata?
Il modo migliore è quello di richiamare regolarmente la mente nel Qui e Ora: solo così, il collegamento con l’Akasha, attiverà lo spirito ai più alti piani di coscienza.
IL PIANO AKASICO
L’Akasha è l’essenza base di tutte le cose del mondo materiale, rappresentata abilmente dall’esoterista svizzero Oswald Wirth, nella seconda lama dei suoi Tarocchi, la Papessa.
L’Akasha collega e contiene insieme ogni evento dello spazio e del tempo, una biblioteca universale che registra ogni esperienza nel mondo.
RUDOLF STEINER E L’AKASHA
Rudolf Steiner dava siffatta spiegazione a questo piano vibrazionale che chiamava “etere”:
«L’immagine dell’akasha è così viva che continua ad agire secondo il carattere originario dell’uomo, tanto da poter essere confusa con la persona stessa. I medium credono di parlare col morto che sopravvive in spirito, ma si tratta soltanto della sua immagine astrale dell’Akasha. Lo spirito di Cesare si sarà già reincarnato sulla Terra, e la sua immagine astrale continuerà ancora a rispondere nelle sedute spiritiche. Non si tratterà però dell’individualità di Cesare, ma soltanto della sua durevole impronta lasciata nella cronaca dell’Akasha. Gli errori di molte sedute spiritiche derivano da questo fatto. Dobbiamo distinguere fra il residuo dell’uomo nella sua immagine dell’Akasha e la sua individualità che continua nell’evoluzione.»
I PANCHA-MAHABHUTANI E L’ANALOGIA CON LA QUINTESSENZA
Nell’induismo, i Pancha-mahabhutani sono i 5 elementi che costituiscono l’aspetto più grossolano della materia e si dividono in:
Etere (Akasha)
Aria (Vayu)
Fuoco (Tejas)
Acqua (Jala)
Terra (Prithvi)
Si noti l’analogia con l’alchimia europea e gli insegnamenti indiani laddove , i quattro elementi, vengono espressi con i nomi di Terra, Acqua, Fuoco, Aria mentre, il quinto elemento, è indicato con il nome di Quintessenza (Etere/Akasha).
L’UNITA’
I piani energetici, nella terza fase vibratoria, si dividono nel PIANO DELL’ASSOLUTO laddove, la Coscienza Assoluta, torna all’Unità.
L’assoluto, detto anche Parabrahaman, è lo stadio supremo raggiungibile dall’anima:
esso non può nemmeno identificarsi con Dio poiché anche Dio è una determinazione dell’Assoluto. E’ il principio eterno di creatività, uno stato di percezione incomunicabile a parole e non raggiungibile al nostro attuale livello di coscienza.
Il compimento della Grande Opera non può essere che relativo poiché il lavoro deve continuare indefinitamente.
L’assoluto è l’inaccessibile, ciò che sta al di là della comprensione umana, dove la ragione manifesta la propria impotenza al cospetto del Mistero dei Misteri.
CONSIGLI
Per quanto riguarda il nostro lavoro di pranoterapeuti e di “iniziati” ai misteri energetici, come dobbiamo agire per avvicinarci all’assoluto e beneficiare dell’Energia Universale?
Il pranoterapeuta, in primo luogo, è un ricercatore della Verità che lavora costantemente su di Sé per progredire e per rendere il mondo nel quale abita, un luogo migliore.
Lo studio dell’Alchimia, del Simbolismo, della Cabala e gli Esercizi Energetici specifici, sono sinergicamente utilizzati, per accompagnarlo nello sviluppo delle facoltà psichiche assopite.
La responsabilità delle tecniche apprese sono enormi: egli potrà scegliere di utilizzarle per il bene della comunità o per un mero scopo di arricchimento e di potere personale.
Conosco numerose persone dotate di grande intelletto e di notevoli conoscenze esoteriche che hanno approfittato enormemente del loro potere, raggiungendo uno status sociale ed economico enorme, tuttavia, non si sono minimamente rese conto che queste facoltà, utilizzate esclusivamente a vantaggio personale, gli si sono ritorte contro, diventandone il più grande dei nemici.
CONCLUSIONI
Il consiglio che vi posso dare è quello di approcciarsi alle scienze ermetiche e allo studio della pranoterapia con grande umiltà, desiderosi di imparare e di progredire nel proprio percorso evolutivo.
Ho visto troppi “operatori”, convinti che bastasse loro un corso per corrispondenza o qualche lezione di pranoterapia, causare danni enormi ai propri clienti.
Lo studio della pranoterapia è un percorso della durata di anni, esso richiede sacrifici e allenamento: le doti naturali aiutano ma non bastano e gli improvvisati, per forza di cose, hanno vita breve e si autoeliminano velocemente.
L’aspetto negativo sta nel fatto che, una disciplina meravigliosa come quella del “canalizzatore energetico”, viene soventemente screditata a causa di sprovveduti che s’inventano un mestiere per sbarcare il lunario.
Noi invece rimaniamo nella Verità, applicandoci con passione e costanza, entusiasmandoci come bambini mentre scoprono il mondo che li circonda.
I risultati non tarderanno ad arrivare, statene certi!
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