LA CABALA EBRAICA
La cabala ebraica è l’insieme degli insegnamenti esoterici facenti parte dell’ebraismo rabbinico.
L a parola deriva dall’ebraico qabbalah e ha il significato di “accettazione” o “ricezione” come a sottintendere l’accoglimento di un’istruzione riservata ed esclusiva, attraverso un canale preferenziale.
Oltre alla designazione conosciuta, nella lingua ebraica, esiste una seconda definizione per indicarla: “Hokmath-Hannisthar” o “Hokhmah nistharah”, che significa “Saggezza Segreta” ovverosia l’accettazione da parte dei cabalisti di una conoscenza confidenziale a uso esclusivo di pochi.
ORIGINI DELLA CABALA EBRAICA
La cabala ebraica ha la sua origine all’inizio del XII secolo, periodo in cui compare per la prima volta il vocabolo nel Sefer-Yetsirah di Yehoudha ben Barzilai, anche se, alcuni storici moderni attribuiscono la sua comparsa a un mistico di nome Yitzhak Saggi Nehor.
Indipendentemente dalla sua “comparsa” storica, in questo periodo è diffuso un testo ebraico denominato Libro della Luce (Sefer Ha-Babir) tuttavia ispirato da un testo molto più antico Il Grande Mistero (Raza Rabba), redatto da autori orientali sconosciuti di cui se ne parla già prima del 900.
In realtà, La Saggezza Segreta, non ancora codificata, risale al principio del II secolo poiché al celebre studioso ed esegeta Rabbi Simé on bar Yo’hai, è riconosciuta la paternità del Libro dello Splendore (Sefer Ha Zohar), il monumentale commentario cabalistico della Bibbia Ebraica.
In quest’opera troviamo una rivelazione fondamentale: La Saggezza Segreta di cui parla il Sefer Ha Zohar fu rivelata a Mosè sul Monte Sinai a margine della Legge Scritta.
Se vogliamo essere ancor più precisi, la cabala ebraica aveva già una sua forma in un libro posseduto dal mitico Adamo. Effettivamente il Sefer Ha Zohar afferma che il primo uomo ebbe in dono un libro “disceso dal cielo, consegnatogli dal Maestro dei Misteri, preceduto da tre messaggeri”.
Per i cabalisti, il primo uomo della Bibbia, fu il primo cabalista della storia umana.
La miglior prova di quest’affermazione, almeno secondo gli esegeti, sta nel fatto che spettò proprio a lui l’attribuzione del nome agli animali che gli passavano dinanzi, dagli uccelli del cielo a tutte le bestie selvatiche.
Per avere la capacità di attribuite dei nomi, specialmente nella lingua ebraica, è necessario conoscere la struttura suriettiva di tale lingua, le cui lettere sono in realtà numeri.
La Bibbia ci descrive l’episodio della Torre di Babele, informandoci sul fatto che, su tutta la terra, si parlava un unico idioma (l’ebraico) e, dopo il crollo della torre, solo gli antenati del popolo eletto continuarono a usarlo. In conformità a questo linguaggio criptico vi si fondano tutte le speculazioni cabalistiche e i loro pensieri occulti.
L’ALFABETO EBRAICO
L’alfabeto ebraico comprende un alfabeto di ventidue lettere, senza vocali e la loro peculiarità sta nel fatto di corrispondere ai ventidue poligoni regolari della geometria euclidea. Il cerchio è divisibile in 360 gradi sessagesimali o in 400 gradi centesimali (gradiente). Se prendiamo come riferimento 360 possiamo notare che conta ventidue divisori interi, corrispondenti ai ventidue poligoni regolari inscritti nel cerchio. I poligoni si rifanno a tre figure (madri) che sono il triangolo equilatero, il quadrato e il pentagono.
L’ebraico possiede tre lettere madri denominate Aleph, Mem e Shine.
Osserviamo la corrispondenza di ciò che ho appena descritto nella struttura linguistica:
GEOMETRIA EUCLIDEA
22 poligoni regolari corrispondenti ai 22 divisori interi di 360.
FIGURE MADRI
- Triangolo equilatero
- Triangolo
- Pentagono
Raddoppiando 3 otteniamo 6 lati (esagono), 12 lati (dodecagono), 24 lati (tetraicosagono).
Raddoppiando 4 otteniamo 8 lati (ottagono).
Raddoppiando 5 otteniamo 10 lati (decagono), 20 lati (icosagono), 40 lati (tetracontagono).
Sommati assieme, corrispondono a 7 poligoni inscritti, raddoppiati.
Partendo dall’ennagono (9 lati) si ottengono 18, 36 e 72 lati.
Partendo dal pentadecagono (15 lati) si ottengono 30, 60 e 120 lati.
Partendo dal pentatetracontagono (45 lati) si ottengono 90, 180 e 360 lati ovvero 12 poligoni regolari inscritti semplici.
ALFABETO EBRAICO
Per comprendere meglio la cabala ebraica e la sua analogia con la geometria euclidea, sintetizziamo la struttura dell’alfabeto ebraico:
L’alfabeto ebraico comprende 22 lettere.
LETTERE MADRI
- Aleph
- Mem
- Shine
L’ebraico comprende 7 lettere raddoppiate e, tale raddoppio, si indica con un punto posto nella lettera (daguèch).
L’alfabeto ebraico comprende 12 lettere semplici.
Raddoppiando le tre figure madri della geometria si ottengono 7 poligoni regolari inscritti, sette poligoni in duplicazione come sette sono le lettere ebraiche dette doppie.
Abbiamo quindi tre figure madri e sette raddoppiate che, sommandole, danno 10. Ci restano 12 poligoni semplici corrispondenti alle 12 lettere semplici dell’alfabeto ebraico.
Analizzando i 400 gradi, in cui si può dividere il cerchio, ritroviamo il valore numerico delle 22 lettere ripartite da 1 a 400. Aleph, prima lettera dell’alfabeto ha valore 1 mentre Thaw (ultima lettera) ha valore 400.
LA POTENZA MAGICA DELLA LINGUA EBRAICA
Avrete potuto costatare che, la cabala ebraica e la sua lingua, riservano innumerevoli sorprese.
L’ebraico tiene conto, nello stesso tempo, del valore numerico delle parole e delle regole grammaticali. Gli esoteristi, da sempre, sono rimasti affascinati dalla potenza magica delle lettere di quest’alfabeto. Nei testi magici, i sigilli e i pentacoli, compaiono sempre numerosi in associazione ai grafismi dell’ebraismo poiché, le raffigurazioni di tali segni e le loro combinazioni (tsé ruf) creano degli effetti vibratori (effetti di forma) tendenti a modificare la realtà circostante.
Tali risultati, secondo gli occultisti, creano uno stato di risonanza a livello gravitazionale, in perfetto rapporto armonico di corrispondenza con il senso ontologico delle lettere prese in esame.
Gli idiomi umani sono suddivisibili in bande vibrazionali, misurabili attraverso strumenti elettronici, per determinarne la frequenza: più tale oscillazione è acuta e più il suono è carico di contenuto spirituale e, nella lingua ebraica, si raggiungono i 12.000 periodi al secondo contro 4.000/8.000 periodi degli altri linguaggi conosciuti.
CONCLUSIONI
La cabala ebraica racchiude notevoli conoscenze provenienti direttamente dall’Antico Testamento, considerato l’unico documento completo dell’antica tradizione, giunto integro fino ai giorni nostri.
Com’è possibile che, un testo così antico, non sia mai stato alterato?
Semplicemente perché il testo è cifrato, essendo stato composto ricorrendo a un alfabeto numerico. Esso è una gigantesca equazione, decifrabile attraverso tecniche di lettura specifiche.
Le inesattezze stampate nelle bibbie ebraiche sono spesso volute: anomalie dovute a lettere capovolte, ribassate o rialzate fanno riferimento a un insegnamento segreto poiché tutte queste bibbie mostrano le stesse identiche particolarità e gli stessi apparenti sbagli grafici.
Ci sono delle Mem chiuse e delle Mem aperte che farebbero pensare a grossolani errori tuttavia, svelano un codice cifrato comprendente 391.300 segni.
Il numero 391.300 è un multiplo di 26 e, il 26, corrisponde alla somma del valore numerico del tetragramma Yod He Vau He, uno dei nomi attribuiti alla divinità, tradotto a livello fonetico come YahWeh.
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